Un buco nero è un corpo celeste di grande massa contenuto in un volume molto piccolo, la cui attrazione gravitazionale è così grande che nulla dal suo interno può uscirne, nemmeno la luce.
Ad oggi sappiamo che esistono sia i buchi neri stellari (di piccola massa) che sono il residuo di un’esplosione stellare che i buchi neri supermassicci al centro di ogni galassia ma uno dei “misteri” dell’Universo è l’assenza di buchi neri di massa intermedia.
Partendo da un excursus storico che ha inizio dalla loro teorizzazione da parte dell’astronomo inglese John Michell nel 1783, passando attraverso le scoperte che sono valse i premi Nobel nel 2020 (del buco nero al centro della nostra galassia di Reinhard Genzel e Andrea Ghez e quelle sulla loro formazione del cosmologo Roger Penrose), si arriverà a parlare della prima immagine del buco nero con il fine di costruire una mappatura di questi oggetti.
L’uso di strumenti sempre più potenti ha consentito la scoperta di cosiddette galassie attive, con zone nucleari estremamente luminose in quanto la loro emissione è causata dall’accrescimento molto rapido una grande quantità di materia da parte di un buco nero supermassiccio.
La nostra mappa arriva fino all’alba dell’Universo, con le osservazioni dei buchi neri supermassicci più lontani, e quindi anche più giovani, che potrebbero essere i “semi” di quelli attualmente al centro delle galassie.